Anche uno scarabocchio può essere rivelatore della nostra personalità, poiché il disegno è l’espressione grafica del nostro mondo interiore. Questo è valido per gli adulti e ancor più nel caso si tratti di bambini, proprio perché la loro modalità preferita per esprimersi è il disegno.
Chi vive a contatto diretto con bambini avrà potuto piacevolmente constatare che è sufficiente dar loro fogli e colori (pastelli, pennarelli, matite) per renderli felici ed occupati per molto tempo.
Più il bambino è piccolo, maggiore sarà la possibilità di ottenere informazioni sulla sua personalità, su ciò che prova, sul tipo di impatto che ha su di lui la realtà circostante, facendo uso di tecniche grafiche (proiettive), cioè di strumenti diagnostici specifici che utilizzano il disegno.
Esistono diversi tipi di test grafici: della figura umana, della famiglia, della casa, dell’albero. Sono test molto semplici e quindi alla portata dei bambini anche al di sotto dei quattro anni di età.
Per quanto riguarda il test dell’albero, l’ipotesi che sta alla base di questa tecnica proiettiva è che l’albero, per analogia con la posizione eretta, simboleggia l’uomo e, di conseguenza, chi lo disegna. Il nucleo stabile è rappresentato dalle radici, dal fusto, dai rami; gli elementi decorativi dal fogliame, dai fiori, dalla frutta. Le radici simboleggiano la parte primitiva dell’io (infatti queste si ritrovano con frequenza nei disegni dei bambini molto piccoli); il tronco rappresenta l’io stabile, l’individuo stesso; i rami e la chioma forniscono informazioni sul tipo di rapporto che il bambino ha instaurato con il mondo che lo circonda, cioè la sua capacità di comunicare con l’esterno.
La presenza o l’assenza di foglie sui rami è significativa, può essere un elemento rivelatore di uno stato depressivo del “piccolo artista”. Se, infatti, si è chiesto al bambino di eseguire il disegno di un albero a suo piacere, ed il bambino riproduce un albero spoglio, sarà buona norma valutare anche altri aspetti del suo comportamento, per verificare se egli non stia attraversando un periodi particolarmente stressante, come ad esempio la nascita di un fratellino, l’inizio di un nuovo anno scolastico ed il conseguente distacco dalla mamma, il cambiamento di un insegnante a cui il bambino era legato…
Quando si osserva un disegno è anche importante considerare la sua posizione spaziale (per il suo preciso significato simbolico), se è in alto o in basso, se è a destra o a sinistra. La zona alta rappresenta la zona spirituale, intellettuale e mistica; la bassa la zona materiale, gli istinti; la destra l’estroversione, il rapporto con gli altri, l’essere proiettati verso il futuro; mentre la zona sinistra rappresenta l’introversione, l’attaccamento al passato. Bambini che disegnano tronchi ben piantati hanno, generalmente, alta stima di sé, mentre invece coloro che disegnano tronchi esili, con tratto incerto, sul lato sinistro del foglio, potrebbero presentare una personalità timida ed introversa. Nei più piccoli è frequente trovare alberi collocati molto in basso, segno rivelatore di un normale bisogno di protezione e rassicurazione, data l’età.
Il test della famiglia rappresenta un utile strumento informativo, non solo sul modo in cui il bambino percepisce i suoi genitori ed eventuali fratelli, ma anche su come lui si vede e si sente considerato nell’ambito familiare, su come vorrebbe essere e su come desidererebbe fosse la sua famiglia.
Disegnare una famiglia di animali, anziché la propria, ci dimostra che il bambino sperimenta delle difficoltà o dei disagi, all’interno del nucleo familiare, non necessariamente oggettivi, ma indicativi del modo in cui il bambino “legge” la realtà che lo circonda, in quel momento specifico. Così, disegnare degli animali o personaggi di cartoni animati è funzionale per il bambino, gli consente di non entrare troppo in contatto con uno stimolo (la propria famiglia) che per lui è fonte di ansia o preoccupazione.
Cosa fare in questi casi? ‘E sempre buona norma non forzare il bambino a fare qualcosa che non sente o non è pronto a fare; poi è importante dargli riconoscimenti positivi su quello che ha disegnato e contemporaneamente chiedergli il motivo per cui non ha rappresentato la propria famiglia. Se il bambino si sente accolto e se ha fiducia nella persona adulta che ha di fronte, non tarderà a fornirci utili informazioni; se poi siamo abili ed attenti ascoltatori, non tarderanno ad arrivare anche suggerimenti e desideri nascosti su cosa desidererebbe per sé in relazione alla realtà familiare.
Alcuni degli elementi utili per la lettura di questo tipo di disegno sono, oltre alla posizione spaziale di cui ho riferito sopra: la scena in cui la famiglia è inserita (se intorno ad un tavolo, se in gita, se guarda la televisione eccetera), la posizione delle braccia e delle mani, l’altezza dei vari personaggi, il tipo di abbigliamento, la direzione dello sguardo…
Ricordo un bambino di quattro anni e mezzo, Luca, che in seguito alla mia richiesta di riprodurre una famiglia, disegnando la sua e raccontandomi chi erano e cosa facevano i personaggi, mi disse che lui era “quello piccolo piccolo nella carrozzina”. Gli chiesi il motivo per cui si era disegnato così, e lui mi diede per tutta risposta che era “nato il fratellino”. La sua risposta fu molto chiara ed indicativa di un suo bisogno: il fratellino appena nato certamente era vissuto da Luca come usurpatore di spazio ed attenzioni, che prima della sua nascita erano tutte per lui. Ecco così la sua fantasia-desiderio, di ritornare a quella condizione di privilegio che l’essere appena nati dà.
Altra cosa molto importante, da non sottovalutare nell’osservazione di un disegno, è l’uso dei colori. L’utilizzazione frequente di colori come il grigio ed il nero, considerata insieme ad altri elementi del disegno, può essere indicativa di un tono dell’umore triste, depresso o di demotivazione; mentre l’uso di colori come il giallo, l’arancio, il rosa sta ad indicare una certa vivacità e spensieratezza del bambino.
Anche il tratto e la pressione delle matite o dei pastelli sul foglio è interessante notare. Nella mia esperienza, generalmente, ho potuto constatare che bambini timidi ed introversi, molto attaccati ai genitori o timorosi di sbagliare, tendono a disegnare con la matita nera o, se usano i colori, il tratto è impercettibile e si limitano a disegnare i contorni evitando di riempire il disegno. Mentre bambini intraprendenti, o un po’ prevaricatori, o particolarmente nervosi e suscettibili, presentano disegni con tratto marcato, usano colori accesi e sono portati a riempire di colore tutti gli spazi disponibili. I disegni di questi ultimi hanno anche tematiche più dinamiche, rispetto a quelle presentate dagli altri. Spesso, infatti, riproducono scene in movimento, come partite di pallone, battaglie, guerre spaziali, la spesa al mercato.
Per concludere è bene ricordare che i test grafici, pur fornendo molteplici informazioni per lo studio della personalità del bambino, rappresentano solo uno dei tanti strumenti diagnostici e che il loro unico uso non è indicatore di veridicità assoluta. Inoltre, la loro utilizzazione in campo clinico va sempre lasciata a specialisti del settore, proprio perché i diversi aspetti del disegno hanno un significato ben preciso se considerati in un quadro di riferimento più ampio, che per essere decodificato necessita dell’utilizzo anche di altri tipi di strumenti.
Dott.ssa Laura Bonanni
Psicologa Psicoterapeuta a Roma (RM)
Psicologa Psicoterapeuta
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Iscritto all'Ordine ordine degli Psicologi del Lazio n° 3337 - data iscrizione (25/11/1993)