“Mi sento stressato in questo periodo”, “in certi momenti mi sento talmente ansioso da non riuscire più a ragionare sulle cose”, “non ce la faccio più, ho bisogno di recuperare energie”; queste le espressioni che più comunemente ci sentiamo dire da amici e colleghi.
Come potersi rilassare senza necessariamente prendersi una vacanza, quando ciò non è consentito dai ritmi e dalle scadenze che la vita comporta?
Il punto è proprio questo: riuscire a trovare momenti e spazi personali per “staccare” con ciò che ci sta intorno, rientrando in noi stessi e recuperando parte delle energie vitali spese.
Le tecniche di rilassamento hanno lo scopo di far apprendere alle persone metodi utili ad attenuare ansia e tensioni.
Una delle più conosciute è il “training autogeno” di Schultz, che letteralmente vuol dire “allenamento” che si genera (genos) “da sé” (autos).
L’obiettivo che il training autogeno si propone è quello di raggiungere uno stato completo di rilassamento per vincere situazioni di stress e di risolvere patologie legate a disturbi di origine neurovegetativa.
Si sa, infatti, che il sistema immunitario è influenzato dallo stress e il Training Autogeno, opportunamente usato, può svolgere una funzione preventiva nei riguardi di alcune malattie.
Il Training Autogeno è costituito da una serie di esercizi standard finalizzati, come si è detto, al rilassamento di tutto il corpo: quello della pesantezza, del calore, della regolazione del battito cardiaco, degli organi addominali, della respirazione e della regolazione della zona del capo.
Tale tecnica consiste nella concentrazione mentale progressiva sulle varie parti del corpo prese in considerazione una volta, utilizzando immagini piacevoli e formule specifiche o standard.
Contrariamente a ciò che facciamo durante buona parte della giornata, presi da mille cose, quando concentriamo volontariamente ed attivamente le nostre energie, sforzandoci di essere efficienti a tutti i costi, nel training autogeno la concentrazione richiesta è di tipo passivo.
Pronunciando mentalmente delle formule del tipo “io sono calmo e rilassato, le mie braccia sono piacevolmente pesanti”, ecc. ci mettiamo “in ascolto” delle sensazioni che provengono dal corpo. Voler ottenere a tutti i costi calma e rilassamento andrebbe contro al principio stesso del training.
Il medico tedesco Schultz, che nel 1932 mise a punto il metodo, si era reso conto che mentre nell’ipnosi il paziente recepiva passivamente lo stato di calma, nel training autogeno egli partecipava attivamente alla terapia ed una volta imparata la tecnica si dimostrava in grado di applicarla da solo, senza la presenza del terapeuta.
Esiste quindi una considerevole differenza fra la tecnica dell’ipnosi ed il training autogeno.
L’ ipnosi è fondata sul meccanismo psichico della suggestione, cioè un’idea, un’immagine vengono trasmesse dalla mente di un operatore esterno alla mente di un soggetto che l’accetta passivamente; mentre nel training autogeno è il soggetto stesso che produce alcune immagini mentali le quali automaticamente danno l’avvio a dei processi di cambiamento interni.
Utilizzando il training autogeno si possono ottenere vari risultati:
Oltre alle formule standard ci si può servire di formule speciali che si dimostrano utili per ottenere delle specifiche modificazioni autogene e che si praticano generalmente, associate a quelle standard e quando le persone sono già allenate.
Si distinguono due tipi di formule speciali: quelle organo specifiche ,rivolte a parti del corpo non comprese in modo specifico nelle formule standard e quelle intenzionali che mirano ad ottenere modificazioni psichiche e comportamentali.
Queste ultime possono essere definite delle autosuggestioni che hanno effetto sia durante che dopo l’esercizio.
È molto nota come tecnica di rilassamento il R.A.T. (Training Autogeno Respiratorio) che favorisce le mamme al momento del parto. Essa rappresenta un adattamento del Training Autogeno di Schultz.
È di fondamentale importanza che l’apprendimento iniziale del Training Autogeno avvenga sempre alla presenza di un operatore qualificato che può intervenire nel caso insorgano problemi di vario genere. Quindi non è opportuno, all’inizio, improvvisarsi autodidatti utilizzando manuali e guide pratiche…
È inoltre indispensabile, prima di intraprendere un corso di Training Autogeno, consultare il proprio medico.
Dott.ssa Laura Bonanni
Psicologa Psicoterapeuta a Roma (RM)
Psicologa Psicoterapeuta
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Iscritto all'Ordine ordine degli Psicologi del Lazio n° 3337 - data iscrizione (25/11/1993)